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Acrilico su tela di Flavio Lappo |
Nel
2019 siamo ancora immersi nelle lotte, da quelle condominiali alle
guerre tra stati. Per questa
ragione viene da chiedersi:
“Ma
l’uomo, con la sua corteccia cerebrale così evoluta rispetto a
quella di tutti gli altri abitanti del pianeta, non potrebbe trovare
una soluzione a questa piaga distruttiva del vivere civile?”
Penso
all’ideale di convivenza già auspicata dai grandi filosofi del
passato a partire da Socrate. La mia riflessione parte dal grande
ateniese, l’uomo capace di rendere immortale il nome della sua
patria con una filosofia utile al vivere quotidiano, con quel suo
procedere del pensiero pungente ed arguto che sa mettere in scacco
gli interlocutori più ostinati.
Socrate
racconta ai suoi concittadini, nell’Apologia scritta da Platone, il
motivo per cui non è mai sceso in politica ma preferisce dare
suggerimenti in privato:
“se
io da tempo avessi intrapreso la carriera politica, da tempo sarei
morto, e non sarei stato di giovamento a voi e neppure a me. Non
arrabbiatevi con me, perché dico la verità. Non c’è nessun uomo
che riesca a salvarsi, nel caso che si opponga in modo schietto sia a
voi sia ad altra moltitudine, e cerchi di impedire che avvengano
nella Città molte cose ingiuste e illegali”.
La politica di
cui parla in questo passaggio non è l’ideale di polis greca, il
microcosmo sociale in cui i cittadini ognuno con la propria funzione
possono contribuire al buon funzionamento del tutto. No, qui egli sta
parlando della politica dei partiti come noi la possiamo definire
oggi: essa non ha nulla a che fare con la filosofia, l’amore per la
sapienza conoscenza che sola sa renderci dei cittadini consapevoli e
informati e, per questo, capaci di avviarci ad una vera convivenza
civile. Un vivere insieme senza prevaricarci l’un altro per la sete
di potere che in noi umani sembra non avere tregua.
La politica dei
partiti dovrebbe garantire la vera democrazia in realtà è legge
della giungla travestita da buone intenzioni che poi non si
realizzano.
Nel 1600 il
filosofo Hobbes ci mise in guardia con la celebre affermazione homo
homini lupus, l’uomo è lupo per l’altro uomo: nessuno ci è
amico e se può soffiarci l’osso lo fa senza pensarci due volte,
senza sentirsi in colpa perché ancor prima i Latini ci insegnarono
che mors tua vita mea; la legge della giungla è sempre in
agguato e grazie a questo istinto di sopravvivenza andiamo avanti
senza voltarci indietro.
Sopravvivere è
il nostro compito e lo portiamo avanti senza sensi di colpa. Questo
sarebbe conforme a natura, è giusto per la legge della natura badare
a noi stessi, alla nostra vita e a quella dei nostri cuccioli.
Il problema è
che noi andiamo oltre, non ci fermiamo alla dura lotta per
sopravvivere nel modo migliore possibile. Noi con la nostra evoluta
corteccia cerebrale vogliamo sempre di più e la legge di
sopravvivenza si trasforma in lotta di conquista da cui nascono le
guerre.
Non sarebbe il
caso di fermarci a riflettere? Magari per trovare una soluzione?
Il filosofo non
può scendere in politica se il suo compito deve essere, in fedeltà
alla visione socratica, quello di una “Filosofia per vivere
meglio”.
Come possiamo
vivere meglio gli uni con gli altri? La soluzione è molto lontana,
ma non impossibile se noi cominciassimo ad osservare i lati positivi
del vivere in pace con i nostri simili. Prima di tutto
ri-considerando il senso dell’amore a partire dal nostro personale
rapporto con chi ci sta accanto. Mi riferisco all’amore di coppia,
quello vero e gratificante che tutti noi desideriamo ma spesso non
troviamo: ci arrendiamo ad un amore qualsiasi senza pretendere il
meglio, con la paura di non trovare il grande amore viviamo nella
mediocrità senza anelare a quell’eros grande e con la E maiuscola
di cui Socrate parla nel Simposio. Un amore vero e sublime è il
primo passo in direzione della serenità, verso una tranquillità
dell’anima utile per non lasciar prevalere il nostro lato
distruttivo.
Questa
possibile soluzione non è riduzionismo, un cercar di chiudere tutto
con un ottimismo irrealizzabile. Al contrario è la ri-cerca delle
radici del nostro essere dove amore nella lotta eterna con la
sua antagonista morte cerca da sempre di sopravviverle.
Non potremmo
dargli una mano? Maria Giovanna Farina