Bella Napoli

 

Mi piace tanto farmi una pizza e una birra alla pizzeria Bella Napoli, ma Gianni non vuole più portarmi. Dopo sei mesi di astinenza oggi mi ha promesso che nel prossimo fine settimana ci andremo, la gioia è incontenibile. So che passerò tutta la settimana pregustando l’evento straordinario, ordinerò la quattro stagioni e una birra media....saprò resistere, saprò soffocare la solita ossessiva domanda al cameriere, quella domanda che non sa fermarsi alla prima, ma che dà inizio ad un vero e proprio interrogatorio, innescherò anche stavolta la miccia pericolosa che fa incazzare come un pazzo Gianni?. Appena ordino la pizza e il cameriere mi chiederà: “Cosa le porto da bere ? ” Io risponderò “Una birra media”, ma dopo una breve pausa inizio: ”E’ birra alla spina?” “Sì” “Da dove viene?” “E’ italiana” “Sì, ma siamo sicuri che gli ingredienti non vengono dall’estero?” E il cameriere va in panne ed io prontamente prendo l’iniziativa “Guardi mi faccia vedere l’etichetta, non mi guardi inebetito è un mio diritto”. Questa scena si ripete ogni volta tra i risolini degli altri clienti, gli sbuffi del proprietario e gli sguardi infuocati di Gianni. Io non mi accorgo di essere così incalzante, per me è normale come bere una caraffa di birra. Del resto già a nove anni andavo in pizzeria e uscivo praticamente ubriaca ma felice. Per il mio analista allora cercavo la madre che mi mancava, mentre oggi.......chissà cosa cerco. Forse voglio liberarmi di Gianni e ogni volta ripeto lo stesso copione per provocarlo, mah!?

Sono avvertita, questa volta se incomincio è la FINE.

Eccoci finalmente in pizzeria. “Cosa le porto signora da bere?” “Una birra media” e dopo una breve pausa “E’ alla spina?”.................

Che bello! Una pizza, una birra e nessun altro tra noi.

Max Bonfanti, filosofo analista


Quando l'allievo supera il maestro

 

Il rapporto allievo-maestro non è solamente riferito ad un ambito strettamente scolastico, ma a tutti quei casi in cui c’è, e c’è stato, un rapporto in cui qualcuno guida e un altro segue. Molte persone hanno avuto chi si è occupato della loro formazione, qualcuno che li ha aiutati a raggiungere la meta professionale, artistica o culturale: la famosa ballerina ha incontrato una maestra che ha saputo cogliere e valorizzare doti e capacità permettendo il loro sviluppo e il cammino verso il successo. Lo stesso accade in ambito scientifico e culturale, ma ciò avviene anche nelle attività lavorative più comuni nei suoi campi più svariati. Ad esempio in ambito bancario o nel settore commerciale, può accadere che l’allievo prenda il volo, diventi più abile del maestro e perciò raggiunga in poco tempo il successo, mentre il maestro sia giunto ad un certo traguardo magari dopo anni di gavetta. La stessa sorte è capitata a Cartesio quando il suo amico e maestro Isac Beeckman cercò di screditarlo raccontando che il best sellers dell’epoca “Discorso sul metodo” era ispirato a suoi principi e non nato dalla mente dell'allievo. Cartesio amareggiato ruppe l’amicizia. Questa è la prima soluzione per risolvere la questione, rompere senza sentirsi in colpa perché un simile maestro è un traditore.

Per il maestro che si sente superato c'è invece una strada diversa. La soluzione sta nel rivedere la situazione sotto un profilo nuovo. Riuscire cioè a godere della propria bravura attraverso il successo di un altro, quello che noi abbiamo aiutato, un nostro figlio spirituale che è la prova vivente delle nostre capacità educative. Tutto ciò è possibile se riesce a venir meno l’invidia. 

Maria Giovanna Farina