Chi
per primo insegnò l’arte del dubitare? Socrate. Lui ci fece
comprendere quanto il dubbio sia un proficuo strumento per conoscere
e non un atteggiamento sterile fine a se stesso di chi non vuole
prendere una posizione, ma si crogiola eternamente nel luogo della
non scelta. Nulla ha a che vedere con gli ignavi di memoria dantesca,
coloro che eternamente sono condannati a sorreggere un’insegna:
come nella vita non presero mai posizione ora nel al di là devono
scegliere. Il nostro Socrate ci insegnò che il dubbio è utile dopo
la presa di coscienza della propria ignoranza, quando si sa
di non sapere si
può iniziare ad apprendere, ma si impara in piena auto
consapevolezza solo se si dubita, se le verità che ci vengono
propinate sono messe in discussione prima di essere prese per buone.
Allora si potrà giungere alla verità. Si doveva partire dalla
propria interiorità e metterla a confronto con la realtà esterna.
Platone, il più grande discepolo di Socrate, continuò sulla strada
del maestro per giungere ad affermare che la sensibilità è
illusoria e in questo modo aprì la strada ad una posizione scettica
riguardo la realtà, posizione che si contrappone all’unica
certezza data fornita dalla ragione. Facendo un salto di numerosi
anni giungiamo nel ‘600 a Renè Descartes che fece del dubbio e
della sfiducia nei sensi il suo cavallo di battaglia. Il dubbio
cartesiano ricalca l'idea socratica proprio quando afferma che
l'unica certezza che posseggo come essere umano è il pensiero: penso
quindi esisto. Se non pensassi non avrei la certezza di essere qui
seduto davanti al fuoco...i sensi ci ingannano, la ragione mai.
Anche
in letteratura troviamo una famosa testimonianza del dubbio, il to
be or not to be di Shakespeare, quel celebre essere o non
essere che rimanderebbe al famoso dubbio di Amleto: vivere o morire.
Un dubbio, questo, opposto al dubitare socratico; il dubbio amletico
porta ad uno stallo, all'impossibilità di fare una scelta: chi può
scegliere di morire se non l'aspirante suicida? La maggior parte di
noi messo davanti a due posizioni tanto estreme sceglierebbe la vita.
Se analizziamo il dubbio ci rendiamo conto che anche l'azione di
dubitare richiede una tecnica, non serve dubitare e basta, bisogna
dubitare con cognizione di causa se si vuole fare del dubbio un utile
strumento di crescita. Il dubbio infine è uno dei cardini
dell'atteggiamento filosofico, quel modo critico di porsi di fronte
alla quotidianità. Quel modo che ci può aiutare a superare le
nostre difficoltà.
Maria Giovanna Farina
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