Daniela Carcano e Guseppe Turati in mostra

Quando partecipo all'inaugurazione di una mostra, amo raccontare le mie impressioni.

Con Daniela Carcano e Giuseppe Turati


Le parole dei protagonisti. “Punti di vista di una pittrice e di un fotografo, dove il colore cede il passo essenzialmente al bianco e nero. Scorci, atmosfere, stati d'animo, introspezione, percezioni di due sensibilità che intendono condividere il loro sentire”.

La mostra milanese di Daniela Carcano e Giuseppe Turati presso Spazio Porpora è stata l'occasione, una nuova occasione, per apprezzare le loro opere. 



Lei una pittrice che è andata oltre l'immagine per scrutare l'essenza dell'ispirazione artistica
Opere di:
Daniela Carcano: Siamo strati di anime, razze, colori. Trovo conforto nel tocco delle tue mani.



Lui un fotografo che con l'obiettivo fissa ciò che l'apparenza nega. 


Insieme raccontano i lati oscuri ma non necessariamente tragici della vita. Anzi c'è una ricerca dell'essenza stessa dell'esistenza che va oltre gli orpelli e scende nel profondo. Il risultato è una piacevole visione che unisce le loro amime e quelle degli spettatori.

Fotografie di:
Giuseppe Turati: Aura, Forma primordiale # 2

Natale, tempo di regali

Non sono un oggetto!

Il Natale anche quest'anno è alle porte e le idee regalo iniziano a farsi strada nelle conversazioni di tutti noi, a qualcuno verrà di certo l'ispirazione di regalare un bel cagnolino morbido, tenero e che ispira gioia. Poi come ogni anno si ripeterà, con scontata ciclicità, l'abbandono.
I cani sono meglio delle persone, i cani fanno schifo, sono le opposte convinzioni di molti esseri umani, ma come al solito nel mezzo c'è la verità: il cane è il miglior amico dell'uomo. È fedele, ti ama anche se lo abbandoni, ma non si dimentica le angherie subite e nonostante ciò non smette di amarti. Non si tratta di stabilire se è meglio o peggio di noi ma se siamo portati al sacrificio per lui. Ci darà tante soddisfazioni, ma anche tanto lavoro. Siete disponibili al sacrificio? Altrimenti ci sono i pupazzi di stoffa. Se volete regalare un piccolo cagnolino, non cercate il negozio di tendenza, gli animali da compagnia non sono oggetti ma esseri che provano emozioni, dolore, gioia, tristezza... e se decidete di farlo entrare in casa ricordatevi che esistono i canili stracolmi di piccoli e grandi esseri viventi che attendono il vostro aiuto. Fate una gita al canile della vostra città e appena tra un cane e voi scoccherà la scintilla e una vocina interiore vi suggerirà “portalo a casa” avrete incontrato il regalo di Natale che stavate cercando per la figlia, la fidanzata, l'amica o per voi stessi. Un grande filosofo come Renato Cartesio (1596-1600), riteneva erroneamente che gli animali non provano dolore perché sono delle simil macchine, ma oggi che sappiamo quanto questa idea sia totalmente errata, come possiamo ancora lasciarli per strada dopo averli illusi che per loro era finita la solitudine di una gabbia?
Se regalerete un animaletto ai vostri cari, meglio evitare il fiocco in testa per impedire all'idea dell'animale-oggetto di diffondersi pericolosamente. Milly, nell'immagine di questo articolo, era al canile ed ora vive felice in casa mia. È un regalo della vita, un dono vivo che non deve essere incartato.
Maria Giovanna Farina

In bocca al lupo


I proverbi e i modi di dire popolari sembrano nascondere la saggezza dell'esperienza, ma non sempre vengono pronunciati con cognizione di causa. Siamo abituati a dire una frase scaramantica per non dire Buona fortuna, un augurio questo che a detta degli “esperti” porterebbe male. Scaramanzia e luoghi comuni sono amici per la pelle e ciò non giova alla nostra evoluzione, ma se proprio non possiamo farne a meno prima di pronunciare certe frasi pensiamo un po' di più al loro significato. Se per augurare il buon esito di un esame, di un colloquio di lavoro, della nascita di un progetto diciamo “In bocca al lupo” e l'altro risponde “Crepi!”, non ci rendiamo conto che l'altro si augura il fallimento del proprio progetto? Tutto questo accade perché ci fermiamo ad una prima interpretazione. Prima di tutto chiediamoci cosa significa andare in bocca al lupo: non è solo una cosa rischiosa ma anche un luogo di protezione se tra le sue temute fauci finiscono i cuccioli. Anche la mamma lupa ha un istinto materno e in caso di pericolo mette al sicuro la prole prendendola in bocca. Quindi augurandoci che crepi auguriamo un destino nefasto ai piccoli. E se trasportiamo su di noi tutta questa scena, possiamo immaginare che simbolicamente con quel “crepi” non facciamo che tirarci la zappa sui piedi. Certo, qualcuno potrà obiettare che quel in bocca al lupo significa andare in un luogo pericoloso e per salvarci non ci resta che augurare all'animale la morte, vero anche questo, ma poiché ogni detto ha il suo contrario quando usiamo certe frasi assicuriamoci in che modo le stiamo adoperando. Ogni proverbio ha il suo opposto: pensiamo a “La lontananza fortifica l'amore” e il suo opposto “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” e così tanti altri. Per questo è meglio usare certe frasi seguendo attentamente “le istruzioni”: se siamo dei cacciatori non possiamo che augurarci che il lupo “Crepi”, mentre se la nostra anima è animalista non ci resta che ribattere con un “Grazie”.

Non rispettare la coda è violenza


Immagine. tratta da Focus 

Quando si è in coda alla posta, in banca, alla cassa del supermercato, capita spesso che qualcuno voglia passare avanti in modo, più o meno, subdolo: a volte senza ritegno. Magari con una scusa banale! Fatto sta che la coda non piace a nessuno. Tutti si vuole arrivare per primi: la coda riporta all'atavico istinto di prevalere sull'altro. L'altro che ci sta davanti, secondo il punto di vista di chi pensa che prevaricare sia giusto, è un nemico da abbattere. L'altro diventa un oggetto, semplicemente da spostare, anzi da buttare. E allora si spinge, si trova il modo per non stare dietro. Idealmente, c'è, anche, chi pensa che chi non rispetta la coda non sia una prevaricatore e che egli non sia fautore del mio malessere. Pertanto, in questo caso, si accolgono i sorpassi altrui come inevitabili. Ma siccome abitiamo un mondo reale, la questione del rispetto per la coda, è, perciò, un valore. Quanto vale quella di un pianoforte? Eccome se vale! Migliora incredibilmente l'effetto armonico dell'esecuzione. Anche i titoli di coda sono importanti perché contengono i nomi di chi ha realizzato e partecipato ad un film: anche quella degli animali favorisce la comunicazione.
In una società in cui il vincente è colui che si è fatto strada a suon di sgomitate, è normale viva la convinzione che non sia violenza subire lo "sgomitatore". In una comunità dove il peso della parola, la fiducia e il rispetto per l'altro sono in svendita, lasciar passare diventa, perciò, un modo per rinforzare un comportamento. Perciò, dimentichiamo In cauda venenum e pensiamo alla coda come un dulcis in fundo di chi, aspettando il proprio turno e rispettando chi è venuto prima, arriva alla meta senza trucchi né inganni.
Maria Giovanna Farina

Cerchiamo la felicità nel quotidiano

Disegno a matita di Flavio Lappo

Si parla del sacro fuoco dell’arte, ma esiste anche il sacro fuoco della filosofia. Quel desiderio di cercare, interrogarsi, scoprirsi o ri-scoprirsi. Ed è bello, anche se faticoso, perché i frutti si raccolgono. Sapete come? Scoprendo anche la felicità! Tutto ciò che desideriamo come esseri umani è stare bene e sappiamo che non bastano gli oggetti materiali, ci vuole qualcosa di diverso e di più impalpabile. Del resto, se i filosofi nei lunghi secoli che ci hanno preceduto hanno passato la vita a pensare e a trasmettere le loro considerazioni, a qualcosa sarà pur servito! Leggerli ci aiuta a trovare la nostra strada e le loro riflessioni mi hanno aiutata a giungere ad una considerazione: essere felici è molto facile, ognuno deve trovare la propria felicità. Sì, ma come? Mi par di udire in sottofondo questa domanda, ed ora provo a rispondere. Essere felici 24 ore su 24 è impossibile, si può esserlo in alcuni momenti, quando ci si rende conto magari di aver imboccato la strada giusta. Siamo felici quando l’uomo o la donna dei sogni ci ama, quando ci nasce un bambino, quando apprezzano il nostro operato? Sì ma non solo, noi cerchiamo anche appagamenti quotidiani e poi tutta la fatica per arrivare alle grandi mete è pesante e ci rende infelici specialmente se il risultato tarda. Fermiamoci un attimo a riflettere: se siamo felici per pochi attimi e il resto è sofferenza, che vita è? La chiave di accesso ad una vita serena e appagante non sta solo nella vittoria e nelle grandi conquiste, ma nel godere di cose apparentemente insignificanti come aiutare la vecchietta ad attraversare la strada, cogliere il sorriso di un bambino, respirare il cielo sereno, assaporare il benessere del corpo, ascoltare una bella musica…tutte cose che non hanno un costo monetario ma che nutrono il nostro bisogno di una serenità di fondo e sono in grado di condurci verso attimi di felicità.
Ecco, sono felice perché ora scrivendo questo articolo e spero di aiutare qualcuno di voi a vivere un attimo di felicità!
Maria Giovanna Farina