Le trappole della rete


"Le trappole della rete" è il titolo di un interessante convegno tenutosi l'11 marzo a Milano, presso il palazzo Pirelli, un convegno aperto e rivolto soprattutto ai giovani, i principali, ma non esclusivi, fruitori della grande rete. Gli ultimi dieci anni, infatti, hanno visto la rete estendersi in maniera tentacolare e diventare sempre più invadente nelle nostre vite. Oggi, attraverso il web, possiamo trovare informazioni di ogni tipo, da quelle scientifiche a quelle letterarie, da quelle artistiche a quelle squisitamente turistiche, per non parlare dell'enorme quantità di video in esso contenuti, riguardanti il mondo della musica, del cinema, dello sport, dello spettacolo, dell'informazione e di tanto altro ancora. Oltre ad essere la principale e immediata fonte enciclopedica, il web è sempre più fruito per effettuare acquisti di ogni tipo, di beni e servizi, dagli aerei alle scarpe, dai mobili ai dischi. I webmaster si impegnano per mettere a punto siti sempre più friendly, che consentano acquisti e pagamenti veloci, nonché sicuri. Ma la stragrande maggioranza delle persone usano il web per via dei social network, che in alcuni casi hanno sostituito o si sono fortemente sovrapposti alle relazioni sociali a 3D.
In questo convegno, infatti, si è sottolineato come l'interazione dell'uomo con un dispositivo mobile piuttosto che con lo schermo di un PC implica un rapporto con l'altro a due dimensioni, laddove il rapporto reale, fisico con le persone è di fatto un rapporto a 3D. L'uso, a volte smodato, della rete per fare nuove conoscenze o per consolidare le amicizie sembra, almeno all'apparenza, arricchire le opportunità sociali, le quali, in realtà, vengono impoverite proprio dalla mancanza della tridimensionalità, ovvero del forte e insostituibile impatto umano, con tutta la sua fisicità, con tutte le sue caratteristiche verbali e non verbali, che trasmettono qualcosa che un rapporto 2D non può creare. I relatori del convegno hanno, inoltre, sottolineato come sempre più il bullismo si sta trasferendo in rete perché colpire, offendere e perseguitare qualcuno attraverso uno schermo - qualcuno che non viene di fatto visto o toccato - esacerba i pregiudizi, deresponsabilizza e amplifica le reazioni di violenza. La polizia postale interviene a rimuovere i post più aggressivi o inappropriati, ma spesso è impossibile bloccarne la diffusione o proteggere la privacy. 
A questo proposito, è stato anche sottolineato che i nostri dati sensibili vengono elaborati dai server americani e questo implica che noi europei siamo controllati e in buona parte manipolati, senza poterci difendere. Si auspica che l'Europa possa, prima o poi, gestire in autonomia l'enorme quantità di dati che ci riguardano e che, al momento, vengono conservati e usati dagli americani.
Lo scorso anno tutti i principali motori di ricerca hanno inviato email per l'informativa sulla nuova privacy. Questo, in verità, è stato solo un paravento, un modo per giustificare ciò che viene fatto da tempo. Infatti, ogni volta che navighiamo in un sito, ci viene richiesto di accettare i cookies, pena l'impossibilità di entrare nel suddetto sito. Questo fa sì che i nostri comportamenti di acquisto, ma anche semplicemente i nostri interessi e le nostre ricerche, vengono registrati, guidati e manipolati. Non in ultimo c'è da ricordare lo scandalo americano, per cui Facebook e altri importanti social sono stati accusati di aver manipolato il consenso degli elettori americani verso il presidente Trump.
Sembra che il potere della rete nel condizionare le nostre scelte elettorali, di acquisto e sociali sia potentissimo. Ecco che diventa un must prendere coscienza di tutto ciò, perché solo attraverso la consapevolezza dei continui condizionamenti a cui siamo esposti, possiamo tentare un uso più disciplinato della rete e soprattutto possiamo imparare a dosarlo bene e ad allontanarcene in alcuni casi. Ritengo che l'umanità della relazione 3D sia di gran lunga superiore e più profonda e più autentica rispetto a quella spesso artificiosa e artefatta prodotta dalla rete.

Eleonora Castellano

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