Cos'è la simpatia?

immagine tratta da Spamarine


Perché proviamo simpatia per qualcuno? Che cosa ci rende simpatici agli altri? Non c’è nulla di razionale nella simpatia infatti si prova per qualcuno al di là della sua bellezza, bravura, moralità… Essa è qualcosa di diverso dall’amore anche se difficilmente si può provare antipatia per qualcuno che si ama. I filosofi non si sono molto occupati di definire la simpatia, un’analisi esauriente fu condotta dal filosofo tedesco Max Scheler (1874-1928) che fece una netta distinzione tra simpatia e contagio emotivo proprio di un gruppo. Si tratta di quel particolare stato emotivo che vivono ad esempio i fan di un cantante per cui provano la stessa emozione quando lo ascoltano ad un concerto. Questa non è simpatia perché la simpatia è il partecipare ai sentimenti di un’altra persona senza per questo condividerli. La simpatia è comprensione, affettività e magari un certo grado di amicizia senza perdere la propria individualità separata, perciò essa non annulla la diversità tra le persone ma si rivolge all’altro senza rimanere coinvolta nei suoi interessi. La simpatia permette di capire l’altro, di mettersi idealmente nei suoi panni e di scorgere eventualmente i problemi che sono nella sua vita. Con la simpatia si può provare dispiacimento, quando ad esempio un nostro amico perde il lavoro, ci dispiace, lo capiamo e comprendiamo il suo tormento, ma non stiamo male come lui. Concludendo, quando proviamo simpatia per qualcuno è utile approfondire la conoscenza perché la simpatia favorisce un rapporto paritario e di scambio. Alla domanda perché proviamo simpatia per qualcuno possiamo rispondere che chi ci è simpatico, al di là delle sue caratteristiche positive o negative, mette in scena parti di noi a cui siamo affezionati, questa è la ragione per cui è così facile entrare in sintonia e provare simpatia per quella persona. La simpatia è una forza di attrazione che scatta nei confronti di qualcuno, per cui essere se stessi è il modo migliore per essere simpatici. 
Maria Giovanna Farina

L’OMBRA NELLA DIVERSITÀ


Questa visione distorta della diversità, che spaventa e ci fa allontanare.
Ma che cos’è? È peggio di un virus, per la rapidità con cui si insinua nella mente di personalità narcisiste, che dà vita ad episodi di razzismo verso stranieri, portatori di handicap, animali, ma che trova vasto nutrimento anche in fenomeni di bullismo, mobbing, nell’abuso su minori e non, nel femminicidio perpetrato da tempo immemore quando il termine neppure esisteva.
E cosa vedo? Una scia di morte infinita …
Ma come dire “BASTA” e svegliarmi da questo incubo?
Sono stufa di vivere in una realtà in cui il solo colore diverso giustifichi la riduzione ad appestato di lebbra un altro essere umano, da tenere distante se non da eliminare!
Non credo che un corona virus per quanto efferato nella sua massima manifestazione: la pandemia, pur con forte moria di persone e terrore a mille, sia sufficiente a risvegliare le coscienze ad una giusta valutazione di ogni vita umana e al rispetto di tutte le altre forme viventi. Forse nell’immediatezza o subito dopo lo scampato pericolo, ma poi il bisogno di normalità favorirebbe il ripristino della situazione simile alla precedente con qualche miglioria perché, anche se poco corretta, faceva stare bene la classe medio-alta.
Ribadisco: “Non ci credo!” …e non è semplice pessimismo il mio ma realismo osservando il passato: il rispetto del prossimo, il pensare bene, l’educazione alle buone maniere è patrimonio di pochi, cioè di coloro che sono per loro natura di indole sensibile ed altruista, difficilmente mutabile, gli altri non l’avranno mai, al massimo una fragile educazione.
Contestatemi!

Donatella Liguori