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Disegno a matita di Flavio Lappo |
Quando
finisce la festa, quando cala il sipario sul palcoscenico o quando
salutiamo una persona a cui siamo affezionati perché sono terminate
le vacanze ed ognuno torna alle proprie occupazioni, allora spesso
proviamo una sensazione poco piacevole che comunemente si definisce
tristezza. Si parla di forme depressive post-vacanze, spesso ancor
prima che siano terminate si è spinti a preoccuparsi dei chili di
troppo del dopo pranzi con gli amici delle vacanze: smettiamola di
considerare la cosa da questo unico punto di vista. Vivere una
situazione piacevole come stare in compagnia e concedersi
gratificazioni alimentari non può e non deve diventare un ulteriore
problema. L’essere umano è un contenitore da riempire di amore,
condivisione, ma anche di cose molto più concrete come il cibo e il
sesso. Al di là dei casi esagerati al limite del patologico, tutto
ciò che colma i nostri vuoti è utile per renderci la vita migliore
e non per farci troppi problemi subito dopo. Se una vacanza, una
festa o uno spettacolo ci lasciano un perdurante senso di malinconia,
significa che c’è qualcosa che non va, allora dobbiamo iniziare a
preoccuparci: forse non ci siamo divertiti e abbiamo partecipato per
abitudine o convenienza. Forse la situazione piacevole ha stimolato
la nascita della consapevolezza di certe nostre mancanze e, avendole
viste nella loro crudezza, ora stiamo male per l’impossibilità di
trovare una via d’uscita immediata. Tutto scorre, diceva il
filosofo Eraclito, tutto passa e, aggiungo io, le cose
piacevoli torneranno ed è proprio questa caratteristica a farci
apprezzare i momenti di festa: se fosse tutti giorni Natale o il
momento per una crociera non potremmo apprezzare nulla con intensità.
Maria
Giovanna Farina