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Acrilico su tela di Flavio Lappo |
Grazie è
un breve racconto scritto da Daniel
Pennac per il teatro, parla
di un artista alle prese con un discorso di ringraziamento per
l’imminente premiazione, sta per essere premiato per “l'intera
sua opera”: il testo ci fornisce l'opportunità di riflettere sul
significato del grazie anche dal punto di vista filosofico tenendoci
lontani dal ringraziamento formale. Non mi soffermo troppo sulla
trama, che si può riassumere in una disquisizione a tratti nevrotica
su a chi deve essere rivolto il ringraziamento, ma invito a
concentrarsi sul grazie e sul suo valore nella nostra vita. Nel libro
viene affrontato il ringraziamento tenendo conto quali siano le
persone che più lo meritano, noi cerchiamo di risalire al
significato originario di questa breve parola. Ringraziare è prima
di tutto un atto di umiltà, pronunciando un grazie riconosco il
valore dell'altro nella mia vita, del suo esserne parte in causa. Il
grazie ci mette in questo modo in una posizione di inferiorità, un
tempo il ringraziare si accompagnava all'inchino di fronte al sovrano
che per qualche motivo dava un'opportunità, una chance di salvezza o
faceva l'onore di qualche privilegio. Chi sa ringraziare con il
profondo del cuore è una persona riconoscente e che ha memoria delle
cose. “Non scorderò mai il favore che mi hai fatto”, non è
questa una frase per ringraziare ora e per sempre chi ci ha fatto un
favore? Sulla scia del filosofo Martin
Heidegger possiamo
affermare che la capacità di ringraziare nasce dal ri-conoscimento
di sé: chi sa dire grazie è in grado di andare incontro all'altro
con semplicità perché non ha bisogno di imporsi, sa già di essere
una persona di valore. Queste sono le premesse per leggere il breve
racconto di Pennac, vale a dire con un atteggiamento critico verso il
protagonista che, nonostante le sue profonde riflessioni, non ha
risolto granché. Possiamo provarci noi. Ai lettori rimane lo
spunto per riflettere ed elaborare l’importanza del ringraziamento
e per chi volesse scivolare verso la musica leggera propongo
l'ascolto e la lettura di una vecchia canzone di Renato Zero: “Grazie
a te” dall'album
Tregua, 1980. Troverete nel testo ciò che si può intendere, con
parole semplici ma incisive, per vero ringraziamento.
Maria Giovanna Farina
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