Non voglio dipendere


Se non vogliamo dipendere, impariamo a farlo partendo dalle piccole cose con l'aiuto della filosofia pratica.

Uno degli scopi principali della filosofia è trovare la strada per rendere sempre più vivibile la vita e poter quindi avvicinarci alla felicità. Per vivere bene bisogna eliminare le dipendenze. La dipendenza è un’imperfezione, mentre per essere felici dobbiamo sempre più avvicinarci alla perfezione per quanto sia umanamente possibile. Ci aiuta Cartesio quando afferma nel “Discorso sul metodo” che “perfetto è ciò che non dipende da nulla”. Non ci resta che cercare di eliminare le dipendenze là dove sia possibile: non solo fumo e alcol, ma anche quelle apparentemente non dannose alla salute anche se deleterie per la realizzazione del sé. Da qui ci riallacciamo alle illusioni della mente che impediscono alla scienza di progredire e all’uomo di evolversi. Il retaggio culturale e gli stereotipi, quelli che Francesco Bacone definiva idola, di cui la mente è a volte prigioniera, ci impediscono di essere liberi di pensare e agire. Possiamo affermare che esiste una vera e propria dipendenza, una forte sudditanza, a modi di essere che spesso non ci rappresentano, ma agiscono come vere e proprie catene. Veniamo al solito esempio concreto. Ancor prima della fondazione dell’astronomia, era concezione dominante che il sole e gli astri ruotassero attorno alla terra. Qualunque idea diversa era considerata sacrilega. Ipparco (II sec. a.C.) prima, e Tolomeo (II se. d.C.) sostennero questa tesi. Dovettero passare ancora molti anni prima che Copernico (XVI sec.) potesse dimostrare che era la Terra a girare attorno al sole e la sua tesi fosse accettata come valida. Possiamo chiederci: “Cosa ha ostacolato la mia rivoluzione copernicana, quindi la mia evoluzione? È abbastanza probabile sia stata la dipendenza da qualche idea ingannevole: con la riflessione potrà emergere la risposta. 

Maria Giovanna Farina

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