Opera di Flavio Lappo |
Si può dimostrare l'esistenza di Dio? Una domanda molto impegnativa a cui nel corso dei secoli anche i filosofi hanno tentato di rispondere. L'argomento della fede in Dio credo sia imprescindibile e per questo lo tratto sul L'accento di Socrate che ha il compito di far riflettere su ogni relazione umana. L'argomento è vasto e sarebbe riduttivo fare un discorso generico, mi limito qui ad introdurre la prova ontologica. Ontologico è un termine che si riferisce all'essere in quanto tale e la prova ontologica dell'esistenza di Dio ritiene Dio un essere immensamente perfetto che di conseguenza deve possedere necessariamente l'attributo dell'esistenza. Notissima è la prova ontologica di S. Anselmo d'Aosta (Aosta 1033 – Canterbury 1109), filosofo, teologo e arcivescovo di Canterbury. Ma prima di avventurarci nell'argomento di Anselmo facciamo un passo indietro nel VI secolo a. C. per incontrare il filosofo Parmenide di Elea e comprendere come il problema dell'essere sia molto antico. Parmenide sostenne un noto argomento che tanto fece riflette Heiddegger: l'essere è e non è possibile che non sia. In più disse che le caratteristiche dell'essere sono immutabilità, eternità, perfezione, sfericità (che per gli antichi era sinonimo di perfezione). Possiamo dedurre senza troppa fatica che pensare un oggetto ne dimostra la sua esistenza. Da questo terreno culturale prende le mosse la prova ontologica di S. Anselmo d'Aosta. Anselmo dal punto di vista filosofico si ispira a S. Agostino e ritiene fede e ragione come due momenti che conducono insieme alla conoscenza di Dio. La sua prova ontologica per dimostrare l'esistenza di Dio consiste in questo: l'esistenza di Dio si deduce dal concetto di Dio come ente di cui non si può pensare nulla di più perfetto, se non esistesse mancherebbe dell'attributo dell'esistenza il che sarebbe in contraddizione col concetto di essere perfettissimo. In altre parole, Dio è un essere perfetto ed esiste proprio perché in quanto perfetto non può avere una carenza così enorme come la non esistenza. L'argomento fu criticato dal suo contemporaneo Gaunilone per il "salto” che Anselmo avrebbe fatto dal piano logico a quello ontologico e dai filosofi che si sono succeduti, mentre tra i più noti sostenitori della tesi di Anselmo troviamo Cartesio e Leibniz.
Per avventurarsi in un tema così impegnativo e vasto credo si debba aver ben chiaro da quale punto di partenza abbia preso le mosse filosofiche la questione dell'esistenza di Dio: dopo la presa di coscienza e conoscenza si può appoggiare o sconfessare la prova ontologica.
Maria Giovanna Farina
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