opera di Paola Giordano |
Chi
per primo insegnò l’arte del dubitare? Socrate. Lui ci fece
comprendere quanto il dubbio sia un proficuo strumento per conoscere
e non un atteggiamento sterile fine a se stesso di chi non vuole
prendere una posizione, ma si crogiola eternamente nel luogo della
non scelta. Nulla ha a che vedere con gli ignavi di memoria dantesca,
coloro che eternamente sono condannati a sorreggere un’insegna:
come nella vita non presero mai posizione ora nel al di là devono
scegliere. Il nostro Socrate ci insegnò che il dubbio è utile dopo
la presa di coscienza della propria ignoranza, quando si sa
di non sapere si
può iniziare ad apprendere, ma si impara in piena auto
consapevolezza solo se si dubita, se le verità che ci vengono
propinate sono messe in discussione prima di essere prese per buone.
Allora si potrà giungere alla verità. Si doveva partire dalla
propria interiorità e metterla a confronto con la realtà esterna.
Platone, il più grande discepolo di Socrate, continuò sulla strada
del maestro per giungere ad affermare che la sensibilità è
illusoria e in questo modo aprì la strada ad una posizione scettica
riguardo la realtà, posizione che si contrappone all’unica
certezza data fornita dalla ragione. Facendo un salto di numerosi
anni giungiamo nel ‘600 a Renè Descartes che fece del dubbio e
della sfiducia nei sensi il suo cavallo di battaglia. Il dubbio
cartesiano ricalca l'idea socratica proprio quando afferma che
l'unica certezza che posseggo come essere umano è il pensiero: penso
quindi esisto. Se non pensassi non avrei la certezza di essere qui
seduto davanti al fuoco...i sensi ci ingannano, la ragione mai. Anche
in letteratura troviamo una famosa testimonianza del dubbio, il to
be or not to be di
Shakespeare, quel celebre essere o non essere che rimanderebbe al
famoso dubbio di Amleto: vivere o morire. Un dubbio, questo, opposto
al dubitare socratico; il dubbio amletico porta ad uno stallo,
all'impossibilità di fare una scelta: chi può scegliere di morire
se non l'aspirante suicida? La maggior parte di noi messo davanti a
due posizioni tanto estreme sceglierebbe la vita. Se analizziamo il
dubbio ci rendiamo conto che anche l'azione di dubitare richiede una
tecnica, non serve dubitare e basta, bisogna dubitare con cognizione
di causa se si vuole fare del dubbio un utile strumento di crescita.
Il dubbio infine è uno dei cardini dell'atteggiamento filosofico,
quel modo critico di porsi di fronte alla quotidianità. Quel modo
che ci può aiutare a superare le nostre difficoltà.
Maria Giovanna Farina
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