Immagine tratta da Il mattino |
Il
mio commosso omaggio al grande attore Rutger
Hauer
morto
il 19 luglio del 2019, è un ricordo legato al primo film che vidi
con lui interprete di una storia d'amore eterna come lo è amore tra
due che si amano davvero. Una produzione, la sua, che mi ha
affascinata anche per la versatilità delle sue interpretazioni. Il
cinema ha perso una vera “stella”. Ecco di seguito l'articolo che
scrissi un paio di anni fa.
Dal film Ladyhawke |
Il
film-fiaba Ladyhawke del 1985 colpisce per la sua “immortalità”.
Siamo nella Francia del XII secolo, Isabeau d'Anjou
(Michelle Pfeiffer) giunge
ad Aguillon per la morte di suo padre. Lì, nonostante molti si
fossero innamorati di lei, la giovane ricambia solo l'amore di
Navarre (Rutger
Hauer).
I due innamorati devono purtroppo mantenere segreto il loro
sentimento perché il Vescovo è innamorato della bellissima Isabeau
e per di più è incapace di tollerare l'idea di saperla felice con
un altro uomo. Il malvagio prelato venuto a conoscenza del loro
sentimento, pur di impedire l’unione, stipula un patto con Satana
che condanna Isabeau a essere un falco di giorno e Navarre un lupo la
notte. La maledizione si potrà interrompere durante un’eclissi di
sole. Per permettere che la condanna abbia fine Navarre deve
rinunciare al suo desiderio di vendetta sul Vescovo. Avviene
l’eclissi, la donna torna ad essere solo umana e la maledizione si
scioglie, ma il Vescovo non accetta la libertà di lei e tenta di
ucciderla. Interviene Navarre in sua difesa e con una spada pone fine
alla vita del Vescovo. I due innamorati sono finalmente liberi di
amarsi.
Ladyhawke
mette in scena la sofferenza per un amore osteggiato, è la lotta dei
due innamorati per salvare la loro unione e allo stesso tempo mostra
l’invidia per la felicità altrui che giunge fino alla violenza.
Centrale nella storia è la maledizione che va a colpire la creazione
del loro amore forte, bello e immortale capace di creare invidia in
chi non conosce la vera passione reciproca, che è libertà e non
potere sull’altro, e colloca il Vescovo nei panni dello sconfitto.
Per questa ragione il religioso accecato dall’odio e dalla
inaccettabile disfatta sposa la causa del Diavolo che divide chi è
unito: egli fa un patto con il male. Isabeau e Navarre sono
condannati a desiderarsi senza mai incontrarsi, la pellicola ci
mostra con struggente intensità i pochi istanti in cui possono
vedersi come esseri umani per poi subito dividersi: lei falco e lui
uomo o lei donna e lui lupo. La metamorfosi che entrambi subiscono ad
ogni alba e ad ogni tramonto blocca, opponendosi al nuovo mondo in
costruzione, la loro coppia e con crudeltà la maledizione si va ad
insinuare nell’area privilegiata inaccessibile a tutti gli altri
esseri umani. Il Vescovo colpisce la coppia nel momento della
creazione, certo di raggiungere il proprio scopo.
Il
potere terreno, infatti, unito a quello del male rende più imperioso
il dominio sull’amore e sul femminile nel tentativo di sottrarre la
forza dell’invincibilità, ma chi si ama è indistruttibile agli
attacchi della separazione. Fortunatamente nella storia, al contrario
della vita reale, l’aguzzino dei sentimenti rimane sconfitto dalla
forza soprannaturale dell’innamorato; Navarre è capace come un
cavaliere valoroso e vittorioso di tenere stretta a sé la sua dama,
salvandola, tra l’altro, da un tentato femminicidio. L’ultima
scena del film celebra la vittoria dell’amore sull’odio: alla
morte del Vescovo segue un’esplosione catartica di gioia fatta di
sguardi infiammati e di abbracci appassionati che ci comunica quanto
i due siano finalmente liberi di gridarsi: “Ti amo!”. Un fascio
di luce li illumina assicurandoci che sono un’unica sostanza,
lontana dall’odio e prossima all’eterno.
Maria
Giovanna Farina
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