Sensitività

Disegno a matita di Flavio Lappo
Della sensazione, come elemento della conoscenza sensibile, se n’è ampiamente occupata la filosofia fin dai tempi antichi, ben prima di Cristo. Con Cartesio il concetto di sensazione inizia ad essere distinto da quello di percezione aprendo in seguito la via al Condillac e alla nascente psicologia, ma ciò di cui intendo accennare in questo breve articolo è relativo alla sensitività in quanto caratteristica di chi o di cosa è sensitivo. Sensitivo è un aggettivo che si riferisce all’attività dei sensi, ovvero di percepire attraverso essi, che nella fisiologia umana sono i cinque ben noti a tutti; però è anche un sinonimo di sensibile per cui si può dire che una persona sia sensitiva quando è facilmente influenzabile da situazioni emotive: da qui è facile trovare la base di partenza per un altro senso, quello chiamato il sesto senso che esula dai cinque tradizionali ed indica una particolare capacità di percepire segnali comunemente ignorati o semplicemente non sempre recepiti che vengono generalmente riuniti sotto il termine di sensazioni. A tutti è capitato nel corso della propria esistenza di provare una certa sensazione non meglio definita per indicare uno stato d’animo molto particolare come l’aura di qualcosa che sta per accadere pur non essendoci elementi concreti tali da poterla prevedere. La cinematografia ha sfruttato questa vena per intrecciare suggestive trame di sceneggiati, film e telefilm care ad un vasto pubblico. La serie televisiva The Mentalist è un esempio in cui un consulente della polizia riesca a risolvere i casi più intricati apparentemente grazie alle sue qualità di sensitivo mentre in realtà è un abile indagatore in grado di cogliere i particolari minori sulla scena del delitto ed essere un grande esperto di comunicazione non verbale. Nel campo del paranormale i sensitivi sono quelle persone apparentemente in grado di “captare” segnali normalmente impercettibili dai più. Allo stato attuale, in ciò non c’è nulla di scientifico nonostante a volte si riscontrino risultati apprezzabili. È innegabile che molte zone del cervello siano ancora inesplorate e quindi sconosciute alla scienza e i cosiddetti savant siano in grado di fare cose impossibili per tutti gli altri: evidentemente riescono ad usare parti dell’encefalo negate alla stragrande maggioranza dei comuni mortali. Però non è tutto oro quello che luccica infatti molti savant, così vengono comunemente chiamati gli individui con capacità mentali superiori, hanno problemi a svolgere alcune semplici attività di routine e presentano anomalie sensoriali come, per fare un esempio, di ipoacusia: è come se usando zone particolari cerebrali abbiano difficoltà a servirsi di altre accessibili ai più. Tutto questo per dire che non c’è nulla di soprannaturale o miracolistico nelle prestazioni extracomuni, ma solo una capacità predisposizionale all’uso di elementi cerebrali inconsueti. Altre anomalie comportamentali lasciano deporre a possibili alterazioni genetiche. Ergo, ogni qualvolta ci troviamo di fronte a fatti inspiegabili o portentosi piuttosto che cercare spiegazioni in alterità metafisiche sarebbe opportuno dedicarsi maggiormente allo studio e alla ricerca e ciò che oggi apparre miracolistico domani avrà una spiegazione scientifica.
Max Bonfanti, filosofo

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