Il difficile incontro tra le diversità


In un'epoca di forte globalizzazione e di progresso, in cui i cambiamenti tecnologici sono talmente rapidi che si stenta a stargli dietro, in cui tutti sono costantemente connessi con il mondo e gli spostamenti delle persone da una parte all'altra del pianeta si sono centuplicati, è incredibile come nel campo delle relazioni umane si registrino ancora molte situazioni di disagio e difficoltà di comunicazione.
Tutto questo si amplifica laddove la relazione avviene tra individui molto diversi tra loro, come nel caso dell'incontro tra culture differenti o tra persone appartenenti a minoranze o con diverso orientamento sessuale. Nonostante la proclamata e strombazzata cultura dell'integrazione, si verificano ancora oggi situazioni di disconoscimento dell'altrui dignità, di mancanza di rispetto fino ad arrivare a veri e propri casi di violenza e di abuso di potere.
Forse alcune delle cause vanno ricercate negli stili di vita che si sono creati come conseguenza di un mondo mobile, di un’economia in crisi e di una società troppo rapida e competitiva, che richiede prestazioni di alto livello, spesso a discapito del rispetto dell'intersoggettività. Le relazioni sempre più liquide, l'ansia da prestazione, l'egocentrismo e l'individualismo stanno portando le persone a perdere di vista i valori fondamentali che stanno alla base di una buona comunicazione e della stima di sé e dell'altro.
Tra l’altro, la difficoltà ad accettare le persone “diverse” e a relazionarsi con esse in maniera adeguata, e l'atteggiamento persecutorio e violento verso le persone presunte “deboli”, sono il risultato di una fragilità di fondo: chi abusa del proprio potere ostenta una forza e una superiorità che, di fatto, nascondono un'insicurezza di base e il bisogno narcisistico di farsi accettare, in prima battuta, e di prevalere sull'altro, in seconda.
La fragilità e il senso d’inadeguatezza, che spesso si trasformano nel loro contrario, purtroppo li si possono riscontrare anche nella relazione tra persone diversamente abili e cosiddetti “normodotati”, come ho osservato nel mio lavoro come docente di sostegno e di cui ho parlato nel mio secondo romanzo e in alcuni racconti sulla diversità. È difficile riconoscere la soggettività e la ricchezza dell'altro se questo si presenta a noi con caratteristiche diverse da quelle consuete, statisticamente attese. Spesso ciò che è diverso ci spaventa e ci mette in ansia, paventandoci il fantasma di una disabilità con cui tutti, prima o poi, facciamo i conti. Le emozioni che possono scatenarsi di fronte ad una persona disabile, ad esempio, possono essere le più disparate, e possono spaziare dalla compassione all'imbarazzo, dal pietismo al rifiuto, dall'accettazione al rispetto e all'ammirazione. Chi rinnega le emozioni in sé e nell'altro, chi finge che l'altro sia uguale a sé pur di non rielaborare e accettare la sua diversità, commette un errore verso di sé perché impedisce a se stesso di crescere in una relazione che può dare molto in termini di umanità e di scambio di punti di “vista” diversi, ma anche un errore verso l'altro perché lo pone in una condizione subalterna, che lo ferisce psicologicamente e non gli restituisce dignità.
Solo la conoscenza personale e profonda può aiutare a superare pregiudizi e stereotipi e a creare modalità comunicative efficaci, basate sulla capacità di ascolto attivo, di emissione di messaggi autentici e sull’abilità nell’evitare i più frequenti errori di comunicazione.
È importante avere il coraggio di entrare nel mondo dell'altro nel suo pieno rispetto. La capacità di dialogare al di là delle differenze, nell'accettazione di questa diversità, può portare a comprendere aspetti diversi della vita e del suo significato più profondo.
L'incontro tra le diversità, il dialogo, il rispetto e l'arricchimento reciproco sono dunque i valori a cui bisogna ispirarsi per educare le nuove generazioni e per promuovere relazioni che siano sempre più gratificanti, sempre più umane.


Eleonora Castellano, docente e psicologa
(Giugno2015 - Tutti i diritti riservati©) www.eleonoracastellano.com 

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