Educare allo sport come cura dell'anima


Lo sport contribuisce alla perfezione fisica, ma non è solo questo. È disciplina, senza disciplina non si ottengono risultati, è coraggio, pensiamo agli scalatori o ai canoisti sulle rapide, è armonia estetica e coordinazione dei movimenti come ad esempio nella danza classica. Per queste ragioni gli antichi Greci, che contavano gli anni dalla prima Olimpiade (776 a. C.), esaltavano il valore della ginnastica come utile disciplina per ottenere insieme alla conoscenza/sapienza quella perfetta eutimia tra anima e corpo, e immortalavano nelle loro opere d’arte scene di giochi sportivi con i loro campioni. In modo particolare lo sport a squadre prevede il coordinamento degli sforzi e l’obbedienza ad un progetto comune. Nel gioco di squadra emergono le caratteristiche individuali che armonizzate con quelle degli altri giocatori danno l’opportunità di lavorare insieme ed in questo modo lo sport diventa una palestra per la vita quotidiana. Da anni gli episodi di cronaca danno dello sport ed in particolare del calcio una visione molto diversa. Si è perduto l’aspetto ludico della partita, vale a dire il suo carattere disinteressato, essa infatti dovrebbe sancire la vittoria del migliore in completa sintonia con lo spirito sportivo. La partita è un insieme di regole finalizzate al raggiungimento dell’obbiettivo, l’agonismo non deve essere guerra, ma sana competizione e non dovrebbe dar luogo ad un conflitto per la vittoria finale. Quando si arriva allo scontro non si tratta più di agonismo ma di tifo esasperato, il fanatismo sportivo che provoca disordini. Il fanatismo, in tutte le sue diverse espressioni, ha funestato la storia dell’umanità provocando guerre, persecuzioni e conflitti violenti: insinuandosi nello sport lo trasforma da momento di divertimento e gioia, in occasione di conflitto preparando il terreno ad un'illegalità dettata da esclusivo interesse economico. In conclusione, nello sport sembrano insinuarsi i lati peggiori della vita contemporanea: l’insofferenza verso le regole, il rifiuto di un giudizio obiettivo contrario ai nostri desideri, la volontà di averla vinta ad ogni costo. Ci siamo allontanati troppo dalla visione olimpica dell’antica Grecia e questo deve farci riflettere per poter ri-donare allo sport il suo valore fondamentale: quello di cura del corpo per ben convivere con l’anima, fin dall'infanzia.
Maria Giovanna Farina

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