Conosci te stesso? Conosci le tue mancanze?


Filosofia, come aiuto ad applicarla alla vita quotidiana: il primo passo verso se stessi

Sapere di non sapere è sapere”. Possiamo considerare questa famosa frase di Socrate come il punto di partenza della ricerca di sé. Per ri-trovare se stessi è auspicabile iniziare il viaggio con questo presupposto. “Sapere di non sapere” significa essere consapevoli delle proprie mancanze e incapacità, questa ri-cerca può apparire una banalità, al contrario è meno facile di quanto si possa credere. Per orgoglio a volte non si vogliono prendere in considerazione le proprie carenze: “Io non sono capace di …, Io non sono in grado di…” sono affermazioni difficili da ammettere a se stessi, figuriamoci agli altri. La consapevolezza della propria ignoranza, per parafrasare Socrate, diventa anche il primo obiettivo di chi vuole conoscere se stesso. È un’operazione semplice e complicata allo stesso tempo e richiede un po’ di umiltà. Dobbiamo lasciar uscire il nostro essere dall’arroccamento di una chiusura troppo difensiva che ci offre una sola visione del reale, per abbracciare, al contrario, delle possibilità alternative. La ricerca della consapevolezza della propria incapacità vuol dire scoprire ad esempio che non siamo in grado di comprendere le esigenze altrui e di conseguenza non riusciamo ad instaurare buone relazioni. Non capiamo ad esempio nostra moglie o nostro marito. Perché siamo incapaci? Forse non sappiamo ascoltare, forse ascoltiamo solo quello che vogliamo udire e non quello che realmente ci viene comunicato. Forse ascoltiamo solo quello che ci conviene. Se siamo disposti a compiere questo primo passo, possiamo partire alla ricerca e alla scoperta di strumenti utili: il mio interlocutore è di fronte a me, lo osservo, confronto il suo linguaggio verbale con quello non verbale……. E così mi incammino verso l’altro. 






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