Questa
visione distorta della diversità, che spaventa e ci fa allontanare.
Ma
che cos’è? È peggio di un virus, per la rapidità con cui si
insinua nella mente di personalità narcisiste, che dà vita ad
episodi di razzismo verso stranieri, portatori di handicap, animali,
ma che trova vasto nutrimento anche in fenomeni di bullismo, mobbing,
nell’abuso su minori e non, nel femminicidio perpetrato da tempo
immemore quando il termine neppure esisteva.
E
cosa vedo? Una scia di morte infinita …
Ma
come dire “BASTA” e svegliarmi da questo incubo?
Sono
stufa di vivere in una realtà in cui il solo colore diverso
giustifichi la riduzione ad appestato di lebbra un altro essere
umano, da tenere distante se non da eliminare!
Non
credo che un corona virus per quanto efferato nella sua massima
manifestazione: la pandemia, pur con forte moria di persone e terrore
a mille, sia sufficiente a risvegliare le coscienze ad una giusta
valutazione di ogni vita umana e al rispetto di tutte le altre forme
viventi. Forse nell’immediatezza o subito dopo lo scampato
pericolo, ma poi il bisogno di normalità favorirebbe il ripristino
della situazione simile alla precedente con qualche miglioria perché,
anche se poco corretta, faceva stare bene la classe medio-alta.
Ribadisco:
“Non ci credo!” …e non è semplice pessimismo il mio ma
realismo osservando il passato: il rispetto del prossimo, il pensare
bene, l’educazione alle buone maniere è patrimonio di pochi, cioè
di coloro che sono per loro natura di indole sensibile ed altruista,
difficilmente mutabile, gli altri non l’avranno mai, al massimo una
fragile educazione.
Contestatemi!
Donatella
Liguori
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