Quando andare al cinema non è solo mero divertimento…


Dal titolo può sembrare un film triste, un film problematico, un film che fa solo riflettere e invece  "LE INVISIBILI", con la regia di Jean Louis Julien Petit, è una commedia delicata che racconta di storie al limite della sopravvivenza. Che racconta certamente di vite difficili, ma con quel non so che di frizzante che rende anche sorridenti i personaggi protagonisti.
Il cast, quasi interamente femminile, è composto di persone che hanno veramente vissuto sempre sulla strada e per le quali la condizione di invisibili, di senza tetto senza lavoro e in alcuni casi senza dignità, è vita vissuta.
Al di là della retorica dobbiamo dire che il film fa piombare lo spettatore in una realtà davvero difficile e complessa, dove oltre alle donne che vivono ai bordi della società si incontrano anche le volontarie dei centri sociali che pure sono persone invisibili a tutti gli altri. Invisibili le prime perché ci passano accanto e noi voltiamo lo sguardo da un'altra parte, ma invisibili anche le seconde, perché non hanno un aiuto, una considerazione da parte delle amministrazioni o dalla burocrazia. Perché devono lottare per ottenere qualcosa, troppo spesso senza riuscirci.
Storie doppiamente invisibili quindi quelle dei  personaggi del film.
 Questa, che in fondo è una commedia sociale, è interpretata da 4 attrici francesi al cui fianco si alternano una dozzina circa di donne che hanno vissuto per la strada; tutte occasionalmente attrici, non professioniste, che hanno interpretato se stesse e la loro vita.
Come dicevamo questa commedia sociale fa riflettere, ma è anche in alcuni momenti leggiadra, frizzante, che ci porta, alla fine a renderci  conto di quanto la civiltà moderna faccia fatica a farsi carico dei più fragili, degli ultimi.
Pur essendo naturalmente una trama di fantasia, c'è molta realtà in questa vicenda perché i personaggi, come dicevamo, sono tutte donne tratte dalla strada, donne che il regista ha seguito e fortemente voluto conoscere intimamente, per un intero anno .
Egli ha voluto conoscere il disagio la povertà la solitudine, ma anche la solidarietà che c'è tra queste donne che vivono la vita degli ultimi.
Il film è ricco di sfumature psicologiche e mette in risalto, nonostante i sorrisi, le umiliazioni e la durezza che arrivano dalla vita ai bordi della società.
Detto così può sembrare che il film sia fatto di illusione durezza e difficoltà, invece alla fine vinceranno l'ottimismo la rivalsa e la capacità di rimettersi in carreggiata.
Queste donne grazie all'aiuto delle assistenti sociali che tanto tempo danno della loro vita, acquistano una nuova dignità una  sicurezza interiore, a volte una nuova professionalità.
Inutile nascondersi che vedere un film come "LE INVISIBILI", può essere per qualcuno come ricevere un pugno nello stomaco, però permette a chi non lo fa per superficialità o perché non ci ho mai pensato o perché è lontano da queste realtà, di aprire gli occhi e vedere quello che succede là dove non arriviamo con la nostra quotidianità.
Il film è, come dicevamo,ambientato in Francia e il regista a lungo ha visitato i centri di accoglienza francesi, ma queste realtà sono vicine a noi, sono dietro l'angolo sono proprio nella casa o fuori dalla casa che confina con la nostra.

 L'invito è quello di guardarci intorno e dare un aiuto, un aiuto che è sempre possibile, perché a volte basta il sorriso...

Giuliana Pedroli, giornalista ed esperta di comunicazione


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