Quando
parliamo dei nostri compagni “pelosi” parliamo, chissà perché,
quasi sempre di cani; oggi no, oggi facciamo un omaggio al compagno
più misterioso ed affascinante, il gatto.
Se ne è
occupato per anni un famoso etologo che dei mici era innamorato
studioso, Giorgio Celli, e dai suoi libri molto si è imparato. Per
antonomasia il gatto è l’animale indipendente, dispettoso,
infedele: fa quello che vuole, non si affeziona, sparisce per periodi
più o meno lunghi…
Sarà anche
vero, anzi, è certamente vero, ma il gatto torna sempre. Ed essendo
un essere pieno di contraddizioni, è anche fedele ed affettuoso.
Certo a modo suo. Concorderanno con me le persone che hanno o hanno
avuto la fortuna di vivere con un felino, quante ansie quando non
torna a casa, ma quante coccole…quando vuole lui! Sì, perché il
gatto fa davvero un po’ quello che vuole e quando vuole, ma dà
tanto al suo padrone. Intanto gli insegna che i momenti brutti si
possono superare. Il distrarsi, il pensare ad altro, lo spostare
l’attenzione da un problema che ci affligge è un aiuto importante,
e proprio le sue fusa, il suo strusciarsi contro di noi, è
considerato una terapia nei momenti di grande ansia. Intuisce il
nostro stato d’animo e a modo suo vuol essere consolatorio. Il suo
starci vicino, quando c’è, in modo assolutamente silenzioso,
calmo, come a dire - io sto con te, ci sono – induce ad un
sentimento di pace e non-solitudine, che forse chi non ha provato non
può capire. Fare il sonnellino sulla nostra pancia è, visto con gli
occhi dell’animale, un modo totale di affetto, di fiducia,
abbandono, è un lasciarsi andare proprio con chi divide la sua vita
con te.
Naturalmente
ogni gatto ha il suo carattere, uno è più affettuoso, uno più
scorbutico; uno è casalingo, un altro selvatico. Io che da
anni ho cani e gatti, pur riconoscendo che l’interagire con un cane
è più facile, adoro i gatti e posso dire di averne provati di
caratteristiche diverse.
Coccoloni,
dolci, sensibili e un po’ ruffiani, fino al mio attuale gatto,
Omero, che tutto è, meno che casalingo, affettuoso e dolce. Dopo 4
anni di convivenza (se così la possiamo chiamare, dato che viene a
cercarmi solo la notte), io ricordo di averlo accarezzato qualche
volta nei primi mesi della sua vita e mai più. Ancora oggi mi
soffia…ma torna, torna sempre. Lo chiamano Il Boss, nel vicolo, e
tutti ricordiamo le ansie durante le sue prime fughe. Ora non più;
se non torna so che ha una innamorata o un amico che in quel momento
gli riempie la vita. Poi, all’improvviso il tonfo sordo del suo
corpo che dalla gattaiola salta giù sulla scala, ed eccolo lì a
reclamare la sua ciotola. E’ un gatto molto bello, molto fiero, uno
spirito libero, inutile ogni tentativo di educarlo.
Chiedete ai
possessori di un gatto perché lo amano: per la sua indipendenza, la
sua calma, il suo essere pulito. Nessuno vi dirà per l’amore che
mi dà, perché è un amore misterioso, seducente e misterioso, quasi
impalpabile.
Qualcuno ha
tentato di paragonare le caratteristiche del suo amare, a quello di
alcuni uomini, i Peter Pan, gli uomini che seducono, quelli
irresistibili che poi scappano, quelli un po’ canaglia. Forse
allora possiamo pensare che anche il nostro lui può tornare, che
l’infedeltà si può affrontare e superare. Ma questa è un’altra
storia, è filosofia.
Giuliana Pedroli, giornalista
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