 |
Non sono un oggetto! |
Il Natale anche
quest'anno è alle porte e le idee regalo iniziano a farsi strada
nelle conversazioni di tutti noi, a qualcuno verrà di certo
l'ispirazione di regalare un bel cagnolino morbido, tenero e che
ispira gioia. Poi come ogni anno si ripeterà, con scontata
ciclicità, l'abbandono.
I cani sono meglio delle
persone, i cani fanno schifo, sono le opposte convinzioni di molti
esseri umani, ma come al solito nel mezzo c'è la verità: il cane è
il miglior amico dell'uomo. È fedele, ti ama anche se lo abbandoni,
ma non si dimentica le angherie subite e nonostante ciò non smette
di amarti. Non si tratta di stabilire se è meglio o peggio di noi ma
se siamo portati al sacrificio per lui. Ci darà tante soddisfazioni,
ma anche tanto lavoro. Siete disponibili al sacrificio? Altrimenti ci
sono i pupazzi di stoffa. Se volete regalare un piccolo cagnolino,
non cercate il negozio di tendenza, gli animali da compagnia non sono
oggetti ma esseri che provano emozioni, dolore, gioia, tristezza... e
se decidete di farlo entrare in casa ricordatevi che esistono i
canili stracolmi di piccoli e grandi esseri viventi che attendono il
vostro aiuto. Fate una gita al canile della vostra città e appena
tra un cane e voi scoccherà la scintilla e una vocina interiore vi
suggerirà “portalo a casa” avrete incontrato il regalo di Natale
che stavate cercando per la figlia, la fidanzata, l'amica o per voi
stessi. Un grande filosofo come Renato Cartesio (1596-1600), riteneva
erroneamente che gli animali non provano dolore perché sono delle
simil macchine, ma oggi che sappiamo quanto questa idea sia
totalmente errata, come possiamo ancora lasciarli per strada dopo
averli illusi che per loro era finita la solitudine di una gabbia?
Se regalerete un
animaletto ai vostri cari, meglio evitare il fiocco in testa per
impedire all'idea dell'animale-oggetto di diffondersi
pericolosamente. Milly, nell'immagine di questo articolo, era al
canile ed ora vive felice in casa mia. È un regalo della vita, un
dono vivo che non deve essere incartato.
Maria Giovanna Farina