Amorezia



di Loretta Del Tedesco

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- A muovere la mia penna è l'Amore.- dissse Ariel.
E Sebastian, tra il sarcastico e l'ironico:
- Sai che novità! Se vuoi che qualcun'altro, oltre ovviamente, ai tuoi gentili parenti, leggano ciò che scrivi, o parli d'amore (in modo piccante, grazie), oppure sei destinato a camtartela e suonartela in beata solitudine, senza uno straccio di pubblico.Eh no, mio caro Seby! Parlo dell'Amore perché è l'unico sentimento che mette in gioco tutte le sfumaturedell'anima delle persone...
A questo punto intervenne Flonder:
- Ma tutti i rapporti tra le persone, se sono profondi, ci mostrano tutte le loro sfumature...
- Nì, carissimo Flò! Infatti, è vero che tutte le relazioni vanno coltivate con estrema cura e costanza, altrimenti muoiono lasciandoci uno spaventoso vuoto dentro, ma l'Amore ha bisogno di cure tutte sue...
- Spiegati meglio, ti prego!- chiese Flonder particolarmente curioso ed interessato.
Ariel stava per rispondere, quando Seby replicò stizzito:
- Eh no, Vecchio mio! Com'è che quando certe domande le faccio io sono irriverenti, mentre quando le fai tu sono ok?
Flò dette una pacca amichevole sulla spalla di Seby:
- Eddai, non fare il Sushi!
- Sushi? Ma cos'hai mangiato a pranzo? Risotto alla marinara alluvionato allo champagne?
Flonder sorrise:
- Suscettibile...Sushi per gli amici, ok?
Poi rivolto ad Ariel:
- Continua pure, cara!
Con una sorta di amara tristezza nella voce, Ariel proseguì:
- Beh, diciamo che Cupido è sempre stato un Tiratore Non Scelto...Sì insomma, uno che non sa prendere bene la mira...Anche se devo dire che l'ultima volta...
Improvvisamente Ariel si fece taciturna, alzò gli occhi verso l'alto, fissò lo sguardo tra le stelle, scivolando dolcemente giù dallo scoglio. Un istante prima di abbandonarsi al sonno della notte, riconobbe una voce che, sin da subito le suonò famigliare.
Si riscosse ed esclamò felicemente sorpresa:
- Che piacere, mio caro Ulisse! Dopo così tanto tempo non ci speravo più!
- Ma perché mi chiami Ulisse, ora?- le chiese visibilmente sorpreso.
- Perché, da quando ci siamo conosciuti, ho sempre pensato che la tua vita avesse molto in comune con quella dell'Eroe di Omero: anche tu, infatti, stai compiendo un faticoso ed estenuante viaggio alla ricerca della tua Itaca, dove potrai esseere finalmente felice...
- Sì, e se io sono Ulisse, tu sei Penelope... Ma con me, non attacca! In che lingua te lo devo dire?- replicò Ulisse, tra la noia e la stizza.
E Ariel, con dolcezza:
- No, Ulisse. Lasciami spiegare. So di non poter essere Penelope, per te...Infatti sono come Penelope.
- Cioè?
- Anch'io sto cercando faticosamente di riannodare dei fili.
- Continuo a non capire...
- I fili che devo riannodare sono quelli spezzati dalla rabbia che mi ha colto quando ho scoperto che la persona che ami non sono io,
- Perché stai facendo tutto questo?
- Perché ho capito che non posso permettere che i fili che comunque ci legavano, si spezzino definitivamente...
c- Da dove si ricomincia, allora?
- Credo da ciò che ci ha fatto incontrare e, soprattutto, ci ha fstto scoprire che siamo molto simili...La nostra comune passione per i libri...A proposito, ma lo sai che io, tu e la tua eroina letteraria abbiamo molto in comune?
Loretta Del Tedesco
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