Come tutti sappiamo è morto il fondatore di Ikea, l'imprenditore svedese Ingvar Kamprad è scomparso all'età di novantun anni. Aprì il primo negozio a ventisette e fu capace di costruire un impero mondiale. Non mi interessa parlare della sua vita e delle polemiche che lo circondano, desidero dire qualcosa sul fenomeno in sé.
Sì
perché di un fenomeno si tratta, di una realtà oggettiva sotto gli
occhi di tutti che va oltre il consumo di massa e l'omologazione come
sento da più parti, ciò si percepisce dallo stile semplice e
lineare, dalla possibilità di montare i mobili da soli, dalla
funzionalità e tutto a costo davvero accessibile: la sua è stata
un'intuizione capace di regalare un sogno. Quanti di noi hanno
immaginato di andarsene di casa per creare la propria dimora, ma non
avendo soldi sufficienti ha dovuto rimandare? Tanti hanno desiderato
una casa accogliente ma impossibile da possedere perché i mobili con
cui siamo cresciuti erano di noce massiccia, bellissimi ma
inarrivabili. Si cresce con un'idea, con uno stereotipo, ma lui lo ha
smontato. Mister Ikea, grazie alle sue umili origini e a capacità
imprenditoriali considerevoli, ci ha detto che il sogno è
realizzabile, che i mobili possono essere belli anche se non di
valore.
Realizzare
i sogni è il desiderio di tutti i sognatori e chi è giovane quasi
sempre sogna, soprattutto se non ha tutto a portata di mano: eccome
se sogna! E si sa il sogno è contagioso. Se vedi che il tuo vicino
ha realizzato ciò che voleva, la strada per te è tutta in discesa e
anche tu vai all'Ikea. In realtà non tutto ciò che compri è sempre
un oggetto buono, ma il basso costo e la gioia provata fanno
sopportare qualche fregatura.
Se
il catalogo Ikea, accattivante e preparatore all'acquisto, è letto
in tutto il mondo e stampato più o meno come la Bibbia, si capisce
quanto sia importante la comunicazione mezzo stampa per fare di un
messaggio il messaggio: i sogni si possono realizzare.
Maria
Giovanna Farina